INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DISABILITA’ VISIVA: UN BINOMIO VINCENTE!

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a cura di Annalisa Manco


Dalla descrizione di immagini alla lettura di testi, l’IA come strumento di autonomia.
Comprendere la storia dell’intelligenza artificiale ci aiuta ad apprezzare i progressi, realizzare quanto siamo avanzati e quanto velocemente la tecnologia si evolve.
L’IA ha radici profonde e un percorso evolutivo affascinante.
Negli anni 40 e 50 i i primi modelli di neuroni artificiali gettano le basi per lo sviluppo delle reti neurali
ispirandosi alla biologia. Nel 1956 un gruppo di scienziati riuniti a Dartmmouth conia il termine “intelligenza artificiale” e delinea gli obbiettivi di questa disciplina. Negli anni 60 e 70 si sviluppano i primi programmi in grado di risolvere problemi matematici e giocare a scacchi, alimentando grandi speranze. Negli anni 70 e 80 vi fu però un periodo di scetticismo e riduzione dei finanziamenti che provocarono un’inverno per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Ma negli anni 90 vi fu una rinascita dell’IA, grazie a nuovi argoritmi e allamaggiore potenza di calcolo. Con l’arrivo del nuovo millennio, vi fu finalmente un esplosione dell’intelligenza artificiale, con un’applicazione in diversi settori, riconoscimento vocale, visione artificiale e apprendimento automatico.
L’intelligenza artificiale oggi, è presente in molti aspetti della nostra vita quotidiana, come assistenti virtuali, motore di ricerca, automobili a guida autonoma e addirittura diagnosi mediche.
Questo grande strumento tecnologico, che è entrato prepotentemente nella nostra vita, ha migliorato il modo di vivere anche e soprattutto dei disabili visivi che in Italia sono circa 1,8 – 2 milioni; uno strumento
potentissimo dunque le cui applicazioni più promettenti riguarda appunto la disabilità visiva, un ambito in cui le innovazioni tecnologiche possono fare una differenza enorme.
Grazie allo sviluppo dell’IA, le persone cieche oggi possono contare su strumenti che migliorano
l’autonomia, la qualità della vita e la partecipazione sociale, riducendo le barriere e aumentando le
opportunità.
In che modo?
Una delle principali sfide per chi vive con una disabilità visiva è la navigazione e la comprensione dell’ambiente circostante. Fino a pochi anni fa gli ausili disponibili erano limitati spesso ingombranti e costosi, oggi invece grazie all’intelligenza artificiale sono venute a galla soluzioni più accessibili e pratiche: tecnologie di visioni artificiali.
La visione artificiale è un campo affascinante che permette alle macchine di vedere e interpretare il mondo visivo: si tratta di un insieme di tecniche che permettono ai computer di analizzare immagini evideo,estraendo informazioni utili come oggetti, persone, luoghi e azioni.
Come funziona? Una telecamera cattura un’immagine, l’immagine poi viene convertita in un formato
digitale e sottoposta a vari algoritmi per estrarre varie caratteristiche. Le informazioni estratte vengono utilizzate per prendere decisioni o eseguire azioni, come riconoscere un volto, guidare un’auto a guida autonoma o ispezionare prodotti in una fabbrica.
Ma vediamo le sue applicazioni nel concreto: ad esempio il riconoscimento facciale è utilizzato per
sbloccare uno smartphone. Oppure occhiali intelligenti e smartphone dotati di app specializzate,
permettono al cieco di vedere ciò che gli circonda.
Ad esempio applicazioni per iphone o android come BE MY EYES: questa applicazione grazie all’intelligenza artificiale è diventato uno strumento indispensabile per la persona con disabilità visiva, alla quale basta condividere con l’app un’immagine o una fotografia, e questa dopo una brevissima scansione darà una descrizione dettagliata dell’immagine o della foto.
Insomma app che utilizzano il riconoscimento delle immagini e l’elaborazione vocale possono fornire
informazioni dettagliate su ciò che una persona cieca sta osservando.
L’accesso all’istruzione e la partecipazione alla vita sociale sono elementi fondamentali per l’inclusione delle persone con disabilità visiva, l’intelligenza artificiale sta contribuendo a rendere questi ambiti più accessibili ed inclusivi. In che modo? Strumenti di lettura e sintesi vocale come NVDA, è un esempio di lettori di schermo che utilizzando tecnologie basate sull’IA permettono agli utenti di interagire con il contenuto digitale. Questi strumenti traducono il testo scritto in audio rendendo accessibile qualsiasi tipo di materiale didattico.
Questo breve excursus per sottolineare l’importanza che l’IA sta avendo nella vita delle persone cieche, uno strumento potentissimo, che se usato bene, può assolutamente contribuire in meglio verso una vita più inclusiva ed accessibile. Il mio augurio è che l’IA continui la sua corsa verso un mondo più giusto ed inclusivo, oltre che accessibile per tutti.

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